
Uno speciale arrivederci “intergenerazionale”: il diario di bordo dei nostri i-tutor
Ci risiamo, è il momento dei saluti tra nonni e studenti. Non di certo un addio ma un arrivederci. La scorsa settimana anche il secondo gruppo di over 60 che ha preso parte a “IOW-Internet delle donne” è giunto al suo terzo appuntamento al Binario F. Come di consueto, l’incontro finale è dedicato alla navigazione sicura in rete, ma anche all’immancabile ripasso: c’è sempre chi preferisce rispolverare quanto appreso nelle lezioni precedenti e chi ne approfitta per sottoporre all’attenzione degli i-tutor l’ultima lista di domande.
Questo articolo di chiusura del laboratorio intergenerazionale non sarà come tutti gli altri. Questa volta non parleremo noi, ma lasceremo raccontare l’esperienza nell’hub di Facebook a chi l’ha vissuta in prima persona: saranno i ragazzi dell’IIS Leonardo Da Vinci, in alternanza scuola-lavoro, i veri autori di questo spazio all’interno del nostro blog. E il punto di vista dei nonni? Non temete, Maria Teresa, arzilla 78enne, ve lo farà conoscere in uno dei prossimi articoli dedicati al programma “Vagone FMD. Da 01 a 100” della Fondazione Mondo Digitale. Considerazioni, emozioni e stati d’animo emersi durante il viaggio condiviso alla scoperta delle nuove tecnologie: vi presentiamo il diario di bordo della classe 4 AL.
Beatrice: “Il programma di alternanza scuola-lavoro all’interno del Binario F mi ha offerto la possibilità di parlare molto e di persona con i nonni, e quindi di acquisire maggiore abilità di interazione con persone non coetanee, di età adulta e appartenenti a una generazione lontana dalla mia. Spesso ci hanno raccontato aneddoti di vita quotidiana, dei propri nipoti: li abbiamo conosciuti virtualmente, attraverso video delle recite scolastiche caricati sui cellulari. Le maggiori criticità riscontrate durante questo percorso insieme riguardano l’approccio diretto con le varie applicazioni (come Facebook e le email), ma da parte loro ho visto sempre un estremo interesse nei confronti del progetto e il desiderio di imparare a usare con più disinvoltura lo smartphone. Io, invece, ho imparato cosa significa lavorare in gruppo e… essere tolleranti. Che dire di questa esperienza? Interessante e coinvolgente!”
Sara: “Grazie a questa esperienza ho rafforzato la capacità di dialogare e la fiducia nelle mie capacità. Gli over 60 che ho guidato alla scoperta del digitale in qualità di tutor si sono aperti con me, mi hanno raccontato un po’ della loro vita e del loro vecchio lavoro. A volte il loro interesse nell’apprendere come sfruttare al meglio il cellulare e il pc è stato messo a dura prova dalla difficoltà di mettere in pratica quanto spiegato teoricamente. La parte più difficile? L’uso di alcune applicazioni del cellulare. Se dovessi scegliere un aggettivo per descrivere il laboratorio questo sarebbe senza dubbio fantastico.”
Elena: “IOW è stata un’avventura che mi ha lasciato davvero tanto: nella vita di tutti giorni non ho quasi mai l’occasione di insegnare qualcosa ai nonni. Ho dato ma ho anche ricevuto. Ad esempio, ho imparato proprio da uno degli over 60 presenti in aula che è possibile svuotare completamente il cestino con un’unica operazione, senza dovere selezionare a uno a uno i file al suo interno per eliminarli definitivamente. Inoltre, alla fine di questo percorso insieme, mi sento più paziente e comprensiva, e più vicina alla generazione dei miei nonni. Posso dire di aver percepito nei partecipanti molta curiosità, non solo nei confronti delle nuove tecnologie ma anche rispetto alle nostre vite. Spesso ci hanno domandato della scuola, della vita quotidiana e cosa ne pensiamo del mondo di oggi, totalmente diverso da quello in cui hanno vissuto la loro giovinezza. Relativamente ai moduli del corso, ho notato da parte loro molto interesse e allo stesso tempo difficoltà nell’uso dello smartphone. Sono complessivamente soddisfatta, perché il laboratorio ha rappresentato un modo ‘alternativo‘ di fare lezione.”
Gianmarco: “Inizio col dire che IOW è da provare almeno una volta nella vita. Laboratori come questi, a cui ho già preso parte, sono estremamente formativi, soprattutto quando mettono due generazioni a confronto. Partecipare ai tre incontri previsti dal programma Vagone FMD è stato anche un modo per aumentare la mie capacità di dialogo e di esposizione; di solito, infatti, mi trovo dall’altro lato della cattedra: a scuola assistiamo alle lezioni, le spiegazioni vengono fatte dai docenti, mentre qui eravamo noi a insegnare qualcosa. Ma è soprattutto umanamente che mi sento arricchito. Lo scambio di informazioni e di opinioni tra persone nate e vissute in periodi e contesti distanti, il racconto reciproco delle nostre esperienze di vita è stato davvero entusiasmante. Nei panni di tutor ho modificato via via il mio approccio: spesso i termini troppo ‘tecnici’ creavano negli anziani un po’ di confusione, quindi li ho abbandonati quasi subito per adottare un linguaggio più semplice. Spero di aver risposto alle loro esigenze.”
Giulia: “Alla fine di questo percorso quello che provo è felicità perché durante le lezioni mi sono sentita… utile! Porterò nel cuore i signori e le signore presenti agli appuntamenti. Impossibile dimenticarli perché hanno condiviso con me esperienze e sorrisi. Molti di loro mi hanno raccontano dei propri nipotini, e ho trascorso parecchio tempo a eliminare dai loro cellulari le applicazioni scaricate per intrattenerli: alcuni infatti sono cresciuti e non giocano più con lo smartphone dei nonni, ne hanno uno personale. Ho notato una cosa interessante ossia la tendenza, ma anche la difficoltà, a capire il motivo per cui alcune cose accadono; qual è il meccanismo alla base di un’applicazione o il senso di effettuare determinate azioni per raggiungere uno specifico obiettivo? il bisogno di comprendere la motivazione dietro alle azioni da compiere e alle operazioni imparate è stato fondamentale per evitare che dimenticassero come svolgerle in autonomia una volta tornati a casa. In realtà non è stato poi così complicato fargli memorizzare il tutto, è bastato un po’ di allenamento. Alla fine, oltre che utile, per gli over 60 è stato anche divertente capire come sfruttare il potenziale del digitale a proprio vantaggio. Mentre per noi decisamente appassionante.”
Fanli: “Non abbiamo solo affinato la capacità di insegnare a qualcuno ciò che sappiamo fare meglio, ma anche quella di essere pazienti. Abbiamo sostituito termini dal significato per noi immediato, con parole più semplici, che ci siamo impegnati a ricercare per essere più vicini ai nonni che abbiamo guidato alla scoperta delle nuove tecnologie. Su cosa hanno trovato maggiori ostacoli i miei ‘allievi’? sicuramente scattare e condividere fotografie, scrivere messaggi su Whatsapp, usare Google Maps, liberare lo spazio in memoria, consultare le previsioni meteo e… zoommare lo schermo con l’opzione touch per poter leggere meglio i messaggi. Per quanto riguarda me, posso dire di essermi emozionata, di aver trovato costruttiva l’esperienza e di aver acquisito alcune buone abitudini, come quella di mantenere un occhio critico quando si ricercano informazioni online.
Il nostro diario di bordo ha un’ultima pagina scritta dai suoi giovani autori, quella dedicata alla descrizione dei partecipanti over 60 a cui gli studenti hanno fatto da i-tutor durante questa avventura.