
Siamo tutti coinvolti
Tutti i nostri politici stanno affrontando il problema delle “fake news” cercando di esorcizzarle in previsione delle prossime elezioni previste a inizio 2018.
La paura che quanto accaduto durante l’elezione di Donald Trump si possa riverberare in Italia a favore di questo o quel partito creando caos e divisioni tra gli elettori, spinge i politici a parlarne.
Oramai è assodata l’interferenza della Russia nella campagna elettorale USA di fine 2016,
https://www.money.it/Russiagate-cosa-e-cosa-rischia-Donald-Trump
Purtroppo quelli sollevati dai nostri politici sono solamente spunti di discussione elettorale, non pare si voglia affrontare seriamente l’argomento.
Chi si è posta seriamente sull’argomento è il presidente della Camera Laura Boldrini che come dalla stampa riportato:
“Martedì 31 ottobre alle ore 10, la presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini e la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli hanno presentato al liceo Visconti di Roma #BastaBufale, il primo progetto di educazione civica digitale per il contrasto delle fake news destinato alle studentesse e agli studenti delle scuole secondarie di I e II grado”.
https://www.agi.it/politica/laura_boldrini_decalogo_fake_news-2304185/news/2017-10-30/
Nell’occasione è stata presentata una lista di otto punti (vedi nel seguito) come base di sensibilizzazione per contrastare il fenomeno. Gli studenti, ai quali si è rivolto il presidente della Camera, dovranno trasformare questa proposta in un decalogo integrandolo con altri due spunti da loro proposti.
Lo scopo è creare una “cassetta degli attrezzi” basata su 10 punti attenzionati, che permetta ai giovani, ma non solo, di contrastare le false notizie che circolano nel mondo virtuale come nel mondo reale. Notizie spinte da una informazione incessantemente intenta a catturare facilmente l’attenzione.
Come ormai sappiamo con l’espressione “fake news” si intende etichettare quelle notizie espresse con il termine italiano di bufale. Queste ci sono sempre state e, per non disturbare la storia, si può pensare alle bufale scambiate tra amici o conoscenti con intenti più o meno rivolti alla ricerca dell’attenzione: la notizia del traguardo, impensabile fino a ieri, raggiunto nello sport; l’attenzione ottenuta dalla ragazza, o dal ragazzo, conosciuto alla festa: “Sono riuscita a farmi accompagnare a casa in macchina da Luigi!”; “Anna mi ha baciato prima di salutarmi!”.
Le bufale che si scambiano, tra parenti o compagni, sono sia notizie falsamente innocue, come pure pesanti macigni quando sono diffuse con cattiveria. Notizie atte a screditare un lui o una lei, spesso con informazioni distorte o incomplete.
Notizie però circoscritte all’interno della cerchia di amici, o tra conoscenti, più o meno prossimi. Come le chiacchiere da bar o da ufficio, tra compagni di classe o di calcetto, che si propagano senza filtri, belle o brutte che siano, spinte da buone intenzioni o da rancore, o perché convinti di aver subito un torto. Il gruppo ristretto però consente di mettere all’angolo l’inventore della bufala, sbugiardandolo, così da ristabilire la verità.
In un raggio più ampio circolano le bufale atte a diffamare qualcuno o ad affossare un prodotto commerciale oppure un concorrente politico. Si esaltano i propri prodotti e si accusano di malfunzionamenti, così da screditarli, quelli della concorrenza.
Più la notizia e falsamente grossa e più viene assorbita da coloro che vogliono crederci.
Il web, ricalcando il mondo reale, ne ha assorbito gli umori favorendo la propagazione delle bufale. La differenza è solo nei numeri che internet ha ingigantito consentendo una diffusione capillare e senza confini.
Il fenomeno delle notizie false, abbinato alla capacità di diffusione del web, è così esploso e ha consentito una maggiore diffusione del falso e attraverso il falso: ignoranza e odio.
Inoltre il perimetro posto dai social porta al disinteresse verso coloro che non sono nella cerchia di “amici” e quindi, negando il confronto, genera il distacco verso gli altri.
Se abbiniamo il rifiuto a tutto ciò che non ci riguarda, e per tutelarci vediamo solamente ciò che ci blandisce, si è portati a considerare, sentire e leggere solo cose di cui si ha una forte e ancorata convinzione, vere o false che siano.
Tutto ciò limita quei contatti che con racconti e fatti possono scalfire le certezze ponendo dubbi e creando crepe. Il rifiuto ad aprirsi nasce nel timore che le certezze siano infrante. L’apertura sollecita a ragionare. Il confronto porta a scoprire l’effettiva realtà.
Necessita quindi alzare la cultura del web per sviluppare un maggiore senso critico e un sapere basato anche nel diffidare, così da spingere alla verifica della notizia analizzandola su più siti, anche su opposti versanti politicamente distanti.
Gli otto punti proposti dalla Boldrini sono riportati nel seguito e siamo tutti coinvolti nell’esprimere cosa si pensa inviando anche una proposta per i due che mancano a completare il decalogo.
http://www.generazioniconnesse.it/site/it/fake-news-decalogo/
È necessario insegnare a decodificare messaggi e immagini. La disinformazione sta diventando un tema molto importante, e se si vogliono sconfiggere le bufale, bisogna puntare sulla cultura con convinzione e procedere sulla via tracciata dalla Boldrini il 31 di ottobre senza lasciarsi distrarre da ottimismo o dal demone della rinuncia che equivale alla sconfitta.
Riporto gli 8 punti:
- Condividi solo notizie che hai verificato
- Usa gli strumenti di Internet per verificare le notizie
- Chiedi le fonti e le prove
- Chiedi aiuto a una persona esperta o a un ente davvero competente
- Ricorda che anche Internet e i social network sono manipolabili
- Riconosci i vari tipi e gli stili delle notizie false
- Hai un potere enorme, usalo bene
- Dai il buon esempio: non lamentarti del buio ma accendi la luce
Gli 8 punti sono stati anche commentati ai link:
http://www.gianmariacomolli.it/sito/wp-content/uploads/2015/04/BastaBufale-2..pdf
https://attivissimo.blogspot.it/2017/10/decalogo-e-guida-tecnica-anti-fake-news.html