
Etica e algoritmi. Verso l’algoretica
Stiamo progredendo verso la società dell’algoritmo che cambierà la storia dell’uomo. Facendo affidamento sulla potenza e sull’infallibilità di una tecnologia a dir poco oscura, ci stiamo facendo guidare da decisioni prese da algoritmi che, forse coscientemente, influenzano la capacità di scelta dell’umanità.
È necessario iniziare a ragionare di etica e governance digitale, in particolar modo del governo degli algoritmi di intelligenza artificiale (in inglese Artificial Intelligence: AI) che non sono oggetti calati da un ente superiore e infallibile, ma il frutto di scelte fatte da uomini per gli uomini.
“L’etica è l’insieme di norme e di valori che regolano il comportamento dell’uomo in relazione agli altri, sia un criterio che permette all’uomo di giudicare i comportamenti, propri e altrui, rispetto al bene e al male”.
È oramai quasi impossibile parlare di AI senza considerare le ripercussioni che queste tecnologie avranno su etica e morale; possiamo anche dire che già adesso hanno un grosso impatto sulla società, ma solo alcuni sono in grado di percepirlo, per i più è solo la gioiosa opportunità di un futuro desiderabile.
Il tema dei principi etici e di sicurezza nella corretta progettazione dell’AI pone dubbi e riflessioni. Debbono essere compresi per definire le linee che i progettisti devono seguire per non farsi del male.
Gli algoritmi decidono, enfatizzando alcuni aspetti a scapito di altri, su come vestirsi per andare ad una festa con gli amici, ma pure sulle medicine da prendere o sull’affidabilità bancaria. Vi sono algoritmi che implementano soluzioni in campo industriale e nei trasporti, influenzano gli acquisti come pure le relazioni sentimentali.
Recenti dibattiti assicurano che vi è ancora molta strada da fare affinché gli algoritmi di AI possano sostituirsi all’intelligenza umana, ma sono già nelle condizioni di prendere decisioni elaborando, secondo parametri definiti dal progettista, dati personali che alle volte sono basati su informazioni parziali della realtà.
Alla base di questo vi è la profilazione dei dati, concetto scarsamente percepito dagli utenti. La maggior parte della popolazione ignora che i risultati sono ottenuti in base ai meccanismi, sui dati lasciati navigando in rete, posti dai progettisti.
Il delegare è una scorciatoia sempre gradita, perché così si è esenti da ogni responsabilità. Ancor più gradita se la decisione è presa da un algoritmo equiparabile, nell’ignoranza che permea quest’era digitale, ad una entità terza. Tutto questo dovrebbe preoccupare e turbare ogni spirito libero.
Stiamo vivendo mutamenti ignorati dalla stragrande maggioranza delle persone e incompresi dalla politica che non riesce a cogliere l’enormità della trasformazione in atto.
Non capendo non si è in grado di gestire e si rischia di aprire la via alla dittatura dell’algoritmo e alle poche aziende che possiedono la tecnologia e gestiscono i dati. Una dittatura di società informatiche, che mediante opachi e ben custoditi meccanismi, arriveranno a controllare, sotto ogni aspetto, l’umanità; le così dette sorelle dei “social”.
Per questo è necessario che la politica si svegli e inizi a considerare le misure necessarie per garantire che lo sviluppo dell’AI avvenga in modo corretto.
A tal fine l’Unione Europea, prima al mondo, ha pubblicato recentemente le proprie linee guida per garantire un approccio etico all’intelligenza artificiale.
Iniziativa è stata lanciata un anno fa sotto la sigla: “Trustworthy AI” <in italiano: Intelligenza Artificiale affidabile>.
È stato creato un gruppo di lavoro composto da cinquantadue membri scelti sul tema. A seguire si è svolta una consultazione pubblica alla quale hanno preso parte cittadini, ricercatori e istituzioni, che ha portato ad una prima stesura dei requisiti che consentono di porre l’aggettivo “affidabile” all’Intelligenza Artificiale. Il documento è uscito con il titolo: “Ethics Guidelines for Trustworthy AI”.
Questo documento è rivolto a tutti, ma in particolar modo a coloro che sono impegnati nello sviluppo, progettazione, implementazione e gestione degli algoritmi di AI nei più diversi settori.
Esso si prefigge di guidare il processo di sviluppo tecnologico dell’intelligenza artificiale verso implementazioni che siano oltre che affidabili, sicure e valide per gli individui e la società.
//ec.europa.eu/digital-single-market/en/artificial-intelligence
L’iniziativa è europea, ed è la prima varata da un ente governativo, ma tutto il mondo delle imprese sta guardando a questo tipo di approccio come a un modello da perseguire.
Come ripreso dal documento citato, i sette requisiti per una Intelligenza Artificiale Etica sono:
- Supervisione umana: I sistemi di intelligenza artificiale dovrebbero favorire lo sviluppo dell’equità sociale, sostenendo i diritti fondamentali, senza diminuire, limitare o fuorviare l’autonomia umana.
- Robustezza e sicurezza: La “Trustworthy AI” richiede algoritmi sicuri e sufficientemente robusti da contrastare gli errori e le inconsistenze durante l’intero ciclo di vita dei sistemi di Intelligenza Artificiale.
- Privacy e data governance: I cittadini dovrebbero avere pieno controllo sui propri dati, nella sicurezza che i dati che li riguardano non possano essere utilizzati a loro danno o a fini discriminatori.
- Trasparenza: Deve essere garantita la tracciabilità dei sistemi di Intelligenza Artificiale
- Diversity, correttezza, assenza di discriminazione: I sistemi di Intelligenza Artificiale dovrebbero prendere in considerazione tutte le capacità e gli skill umani, garantendo a tutti l’accessibilità.
- Benessere sociale e ambientale: I sistemi di Intelligenza Artificiale dovrebbero essere utilizzati per sostenere cambiamenti positivi, migliorare la sostenibilità ambientale e la responsabilità ecologica.
- Responsabilità: Devono essere adottati meccanismi che garantiscano la responsabilità sui sistemi di Intelligenza Artificiale e sui loro risultati.
Il documento affronta il tema dei principi e dei requisiti da adottare e incorporare nel processo di progettazione e sviluppo di algoritmi e applicativi per una AI affidabile [vedi l’articolo Trustworthy AI – Un contributo europeo sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale (IA)].
La Commissione Europea inoltre non si è limitata a pubblicare i sette principi, li accompagnerà con una roadmap di azioni ben precise.
Non sarà trascurato neppure il profilo relativo alla formazione delle persone deputate all’utilizzo di tali innovazioni e alla diffusione di una “cultura digitale” che sarà tradotta in interventi di profondo cambiamento del sistema formativo a vari livelli affinché si possano utilizzare consapevolmente questi strumenti per vivere la nuova era digitale in maniera sicura e consapevole.
La dimensione etica dell’AI non è un lusso né un accessorio, solo con la fiducia e la comprensione si potranno godere appieno i benefici che trarremo da questa evoluzione.