I “comandamenti” dell’etica informatica
Non tutti sono a conoscenza dell’esistenza dell’etica informatica (computer ethics), una deontologia professionale informatica, che si esprime come l’insieme delle regole comportamentali da rispettare allo scopo di impedire di ledere la dignità o la salute di chi sia oggetto dell’operato.
Quello che andiamo a riconoscere come “codice etico informatico”, è un ramo della filosofia che tratta di come i professionisti, informatici e non, debbano operare scelte che attengono alla condotta sociale e professionale, essa deve guidare l’espletamento del lavoro e dello svago con l’apparato informatico, sia esso un computer, un tablet o il nostro cellulare.
L’attività IT ha una dimensione etica e sociale, che non sempre emerge alla nostra coscienza, e che riguarda sia noi come utilizzatori sia gli sviluppatori dei prodotti informatici, con conseguenze che possono avere ripercussioni per l’interesse pubblico e della società nel suo insieme.
Ogni nuova tecnologia modifica la società, e il web in particolare che è portatore di valori come la comunicabilità, la trasparenza e l’interattività, permettendoci di fare qualunque cosa, ci pone difronte alla realtà che forse non tutto quello che facciamo è eticamente corretto.
Alla base vi è l’atteggiamento psicologico attuato quando interiagiamo con lo strumento, esso ci induce ad un distaccato dal contesto reale. Si opera in un ambiente “familiare e rassicurante” che ci allontana dai problemi reali. Psicologicamente non si percepiscono i rischi che si possono generare in quanto si ritiene che sia “solo” software e divertimento.
In senso stretto l’etica informatica pone attenzione ai comportamenti alla base della nuova tecnologia, e affronta l’etichetta della rete, i regolamenti e le politiche in tema di sicurezza informatica, la libertà del software, della cultura e non ultimo l’etica hacker.
Seguono i dieci comandamenti della computer ethics, essi furono creati nel 1992 dal Computer Ethics Institute.
I comandamenti, che ricalcano lo stile dei dieci comandamenti della bibbia, furono introdotti nel documento In Pursuit of a ‘Ten Commandments’ for Computer Ethics di Ramon C. Barquin come mezzo per creare una serie di norme per guidare e istruire la gente ad un uso etico del computer.
- Non usare il computer per danneggiare gli altri
- Non interferire sul lavoro che altri stanno facendo sul computer
- Non curiosare sui file di altri
- Non usare il computer per rubare
- Non usare il computer per assumere identità altrui
- Non usare programmi software non regolarmente acquistati o detenuti
- Non usare le risorse informatiche di altri computer senza autorizzazione
- Non violare la proprietà intellettuale di altri
- Pensate sempre alle conseguenze sociali dei programmi che scrivete
- Usate sempre il computer in modalità che mostrino considerazione e rispetto
Sono tutti principi dettati da quello che si diceva una volta “buon senso” e non ritengo di doverli ne’ spiegare ne’ giustificare.
Riporto solo, come un mantra: navigare nel web con sana diffidenza.